pp. 198, brossura, illustrato b/n
La santità non si e espressa sempre allo stesso modo. Ha avuto modo di manifestarsi in maniera diversa, a seconda dei servi di Dio che l’hanno praticata "eroicamente". A noi è giunta però in forme stereotipate, segnata da caratteri immobili e sempre uguali. Dietro questi modelli che la chiesa romana ha costruito in epoca moderna non sfugge l’obiettivo perseguito, quello appunto di proporre alla devozione dei fedeli una figura di santo che per essere universale, attrattiva in tutti gli angoli del mondo, doveva necessariamente essere atemporale, fuori cioè dal tempo e dallo spazio in cui si era svelata ed imposta. Una sorta di adattamento che doveva servire ad emancipare il santo dalla vischiosità della sua epoca e a costruire la sua immagine fuori dalla storia, utile per essere sempre ammirata come attuale, del tempo cioè in cui viviamo, e capace di irradiare esempi virtuosi per tutti, senza distinzione alcuna, a prescindere dalle origini e dalle condizioni sociali di ciascuno. Il santo è tale, nella visione della chiesa, se diventa un modello non solo da ammirare, ma anche da imitare.