pp.72 brossura
Sono testi in cui ogni enfasi è cancellata, e c’è come una nuda innocenza nel cogliere l’immediatezza dell’esperienza umana e il senso generale del vivere. Leggendo oggi quelle strofe asciutte – a volte solo affidate a trascolorazioni improvvise – sembra in crisi la gerarchia degli eventi. Sbiadiscono le superbe cattedrali dei potenti della terra. A volte sembrano cedere di fronte al messaggio breve di una macchia di pervinca.
Ora noi diamo qui a leggere i testi su cui Anna aveva lavorato sin quasi alla vigilia della morte: fino a quegli ultimi canti, segnati dallo spandersi dell’occhio su un paesaggio che si potrebbe dire silvestre. E lo smalto della pervinca pare un segno cruciale: prima di spegnersi nell’impallidire della sera.
Pietro Ingrao