pp.120 brossura
Questo libro raccoglie i saggi che l'autore è venuto svolgendo in diversi momenti sulla poesia di Albino Pierro (Tursi 1916 - Roma 1995): dalla produzione in lingua alla nascita improvvisa, riaffiorante dall'inconscio, dell'arcaico dialetto lucano di Tursi. Lo studioso ripercorre l'intera opera del poeta, soffermandosi soprattutto sui temi, l'imagery, gli archetipi ricorrenti della sua lirica. Dalla memoria dell'infanzia fino al desiderio d'un volo magico attraverso cui ritornare nel paese natio; la poesia d'amore, ora angosciosa, ora felice; i simboli, rivissuti personalmente, della "croce" come concezione tragica della cadicità e della morte (l'homo-bulla di barocca risonanza) e la sognata liberazione nell'amore e nella ascensa celeste. Poeta primordiale che disegna, attraverso un idioma "vergine" come riafferrato alle origini, un mondo tragico da cui salvarsi, come un santo o un eroe mitico, attraverso un favoloso distacco dal mondo, nelle mitiche regioni del cielo.