pp.216, brossura 15x21
Briganti e galantuomini è innanzi tutto un romanzo, e non un saggio storico.
Sullo sfondo una guerra civile per decenni ignorata dalla storia ufficiale: quella cosiddetta del “brigantaggio meridionale”, che qui viene descritta da due punti di vista particolari. Quello militare, caratterizzato spesso da una ferocia inutile e soprattutto da una inadeguatezza del comando, che lascia facilmente presagire i disastri del 1866. Quello politico – sociale, che nella fattispecie privilegia – a differenza di altri romanzi ambientati nel medesimo contesto storico – il ruolo dei “galantuomini” e il patto implicitamente sottoscritto con l’amministrazione piemontese. Un patto destinato ad incidere non soltanto sulla successiva evoluzione delle regioni meridionali; ma anche sugli esiti del processo di formazione dello Stato unitario.
È questo il quadro in cui si svolge il difficile percorso verso l’età adulta del protagonista, che dolorosamente e con fatica matura la consapevolezza dei propri mezzi e la capacità di orientare autonomamente il proprio destino.